ADZERO

Il grande problema è questo. Se chiedete a 100 persone di descrivere come immaginano la “Natività” riceverete 100 risposte differenti.
Religione, storia, tradizioni e usanze si mescolano e si sovrappongono da sempre in un moto perpetuo e tutto questo rende difficile descrivere, un evento, scremato da tutte le cose non essenziali.
Solo due Vangeli narrano di questo storia: Matteo e Luca.
E i racconti concordano sostanzialmente solo in pochi punti.
Gesù è nato a Betlemme ai tempi di Erode il Grande, Giuseppe e Maria erano i genitori, un angelo annuncia la nascita del bambino che si chiamerà Gesù e sarà concepito per intervento divino.
E poi… basta.

In sintesi.
Per Matteo l’annunciazione da parte di un angelo viene fatta a Giuseppe. Per Luca l’angelo si rivolge a Maria.
Per Luca la nascita di Gesù avviene a Betlemme perché i genitori lasciano Nazareth a causa di un censimento. Matteo invece fa intuire che non c’è stato nessun viaggio perché già vivevano a Betlemme.
E poi… per Matteo Gesù nasce a casa, per Luca in una mangiatoia.
Per Luca Gesù è adorato dai pastori ma nulla viene narrato sui Re Magi. Al contrario, Per Matteo, ci sono i Re Magi ma nessuna adorazione da parte dei pastori. E per finire questa (incompleta) sintesi, per Matteo, dopo la nascita di Gesù, la sacra famiglia fugge in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode, Luca non fa la minima menzione di tutto questo.
E quindi?
Che fine hanno fatto tutti gli elementi che noi immaginiamo scontati in un presepe. Difficile dare una risposta.



Con il Protovangelo di Giacomo (metà II secolo) si aggiungono alcuni elementi come la grotta, il bue e l’asinello. Per la cometa dobbiamo aspettare il 1301 e la mano di Giotto che decise di inserire nel suo dipinto il passaggio della cometa di Halley (Cappella degli Scrovegni a Padova).
Si potrebbe andare avanti per ore ad elencare tutti gli elementi che nei secoli si sono sovrapposti ai racconti originali.
Ma tant’è che cercare di ricostruire un simile evento cercando di rimanere i più fedeli possibile ai fatti e impossibile.
Per questo motivo, per la realizzazione di ADZERO, abbiamo deciso lavorare fondamentalmente su tre punti:
La perfetta concordanza storica di tutti gli elementi presenti nella scena.
Approfondire l’aspetto psicologici dei protagonisti.
Ambientazioni in grado di unire compatibilità geografica con la tradizione figurativa.

Per la concordanza storica di tutti gli elementi presenti nella scena ci hanno pensato, come sempre Vincenzo Ricciarello e Massimo De Clementi
Sono stati creati, recuperati ed adattati abbigliamenti e accessori.
Sul set sembrava realmente di essere tornati indietro di due millenni.
Per delineare il profilo dei personaggi abbiamo pensato a Maria come giovanissima ragazza che si rimette ad una volontà divina con la grazie e la determinazione che solo una madre può avere. Come angelo una figura eterea, il tramite tra cielo e terra in grado ogni scena con la sua luce e la sua bellezza divina.
Il tutto sotto lo sguardo costantemente vigile di Giuseppe. Giuseppe è sempre silente ma mai assente. Anzi il silenzio è quello di un padre proteso in tutto e per tutto a proteggere la sua famiglia.
Questo è stato reso possibile da chi, come sempre, con affetto e passione, ha deciso di aderire con entusiasmo al progetto.
Gilles Rocca ha incarnato un perfetto San Giuseppe, curvo sotto il peso delle sue enormi responsabilità.
Silvia Sera un angelo divino in grado di illuminare la scena e il futuro dell’umanità.
Ludovica Galli una giovanissima ragazza che diventa madre del figlio di Dio e madre di tutti noi.

Per le location invece abbiamo avuto bisogno di un vero aiuto dal cielo. E questo aiuto dal cielo si è materializzato nell’amico Claudio Pisani e nel sindaco di Calcata Sandra Pandolfi.
Oltre ad offrire il patrocinio del comune di Calcata (VT) ci hanno consentito di scattare all’interno di uno dei più suggestivi borghi d’Italia. Inoltre Claudio si è preso carico, in maniera impeccabile, di tutta l’organizzazione logistica.

Tutto questo per spiegare quanto sia importante la pianificazione, la collaborazione, la scelta delle persone e la scelta della giusta attrezzatura fotografica per portare a termine un lavoro anche così complesso.
Nella fotografia, come sempre, non c’è bisogno di scattare 1000 foto in cerca della giusta posa o sperare che nel mucchio esca la foto giusta.
Più si allunga la sessione di scatto più si stancano tutti i partecipanti del progetto.
Il vero lavoro, quello duro, si svolge prima e dopo. L’attimo in cui fotografiamo deve essere sempre un momento di gioia perché è il momento in cui si concretizza un progetto frutto di grande passione… la nostra passione: la fotografia.
Per chi fosse interessato ai dati tecnici il trittico (Annunciazione, Natività, Fuga in Egitto) è stato realizzato a 400 Iso e tre Flash da 600 Watt per ottenere il massimo risultato possibile in termini di gamma dinamica, pulizia del file e dettaglio.
I ritratti invece in luce ambiente e 12800 Iso per ottenere un risultato più “ruvido” e caldo che ben si sposava con la rappresentazioni di personaggi che hanno vissuto oltre due millenni fa.

Il lavoro è realizzato con Fujifilm GFX50s e obiettivi sistema Fujifilm GF Lens.


Dati tecnici.

Max Angeloni: Fotografo
Gilles Rocca: Giuseppe
Silvia Sera: l’Angelo
Ludovica Galli: Maria
Massimo De Clementi: Pastore
Silvia Ricciarello: Contadina
Valter Ventrone: Assistente alla Fotografia

Costumi e cura della concordanza storica: Vincenzo Ricciarello, Massimo De Clementi
Location e organizzazione: Claudio Pisani
Assistente di produzione: Jacopo Pisani
Patrocinio: Comune di Calcata
Un ringraziamento sentito al sindaco di Calcata, Sandra Pandolfi, una grande amica che ancora una volta si è fatta promotrice dell’arte della fotografia.